Inside Love Love Inside
Inside Love Love Inside
4th may 2017 / 15th september 2017 CA’ FOSCARI UNIVERSITY – GIARDINI CA’ DOLFIN Venice / Italy
At the same time as the Art Biennial, Antonio Nocera, guest at the Ca ‘Foscari University of Venice, presents, on the occasion of the 50th anniversary of his work, a preview of “Inside Love Love inside”, an installation made of bronze composed of ten sculptures made in his studio in London (now transferred to Venice).
At the suggestive setting of the Ca’Dolfin Garden, it offers visitors an installation that speaks of “metamorphosis”, understood as a transformation that starts from the form to achieve an inner improvement. The artist entrusts to a lively thrill of wings the inalienable right to freedom, the desire for spiritual elevation, the urgent need for change inherent in every human being, starting, once again, from the female universe. Women, in fact, are his “Muses” from which delicate butterflies fly up, as if to carry the wind of free thought and culture in the surrounding space which, not surprisingly, is relevant to the Ca ‘Foscari University, where every day hundreds of young people are enriched through study and research.
Nocera wanted to give a face to concepts such as History, Poetry, Philosophy, Art, Music, Dialectic, in one word Culture, the only means able to give freedom from prejudice, breaking the chains of ignorance in order to “fly high” “. As the title of the event emphasizes, then, we can not ignore the Love, pure and unconditioned, that for life above all and for every other human being with whom we find ourselves sharing the earthly experience. In this way, Master Nocera carries on his conviction that Art is not only a harbinger of Beauty but also of Thought, and invites us to achieve true freedom by nourishing ourselves of Culture and letting ourselves be guided by Love, to defeat senseless fears and constraints mental and see transformed, so, every ugliness …. in a flap of wings.
The Exhibition
“Tra le fiamme tu scherzi per gioco / O mio core, per farti felice, e t’inganna una vaga beltà. / Cadon mille farfalle nel foco, / e si trova una sola fenice, / che risorge se a morte sen va”. Così recita una famosa cantata di George Friedrich Händel, su testo di Bendetto Pamphilj, ed è un esplicito avvertimento contro i pericoli d’amore. Però musica e parole sembrano voler andare in due direzioni divergenti: volare come farfalle nel fuoco d’amore è dolce, la tentazione dell’estasi prevale sul timore delle fiamme e il cuore desidera osare il temerario volo “con ali che si finge, e in sé non ha”. Le note in sol maggiore di Händel sono lì a tentarci con la loro dulcedo.
Le farfalle che si librano sui volti delle nove muse sono la metafora con cui Antonio Nocera traduce il tema dell’amore per l’arte nella sua composizione Inside Love Love Inside, esposta nei giardini di Ca’ Dolfin dell’Università Ca’ Foscari, da maggio a settembre 2017. Come le note della composizione händeliana, le farfalle che si scorgono sui volti delle nove Muse invitano il visitatore al “temerario volo” del cuore e della sapienza delle arti che le Muse rappresentano. Una sapienza che è fatta d’amore e di cui l’amore umano è intessuto: tensione estatica e materia umana e terrena allo stesso tempo.
Una composizione centrale ricoperta di farfalle e uccelli, metà antropomorfa e metà quasi arborea, che ostenta il bronzo di cui è fatta e dunque la terra da cui proviene (le gambe sono quasi due tronchi piantati nel suolo), è circondata dai nove volti di Clio, Euterpe, Thalia, Melpomene, Polimnia, Erato, Urania, Tersicore e Calliope. Alcuni fra questi volti sono brunite, a indicare il mondo terreno a cui appartengono, altri cerulee, con varie intensità, a indicare la prossimità con il cielo a cui tendono nel loro slancio. D’altronde una tradizione mitografica riferisce come le Muse fossero figlie di Gea, la terra, e Urano, il cielo: e non è un caso che l’arte nasca dalla paziente opera della terra, come in questa composizione lo è il bronzo forgiato da Nocera, e al contempo da una tensione verso l’azzurrità (Biagio Marin l’avrebbe chiamato la “biavitae”) della suprema conoscenza. Che è conoscenza d’amore: amore per la vita e la sua materialità, e desiderio dell’ideale, del bello e del buono.
Diversamente dall’amore insidioso e ingannatore di Pamphilj e Händel, la “vaga beltà” delle Muse di Nocera non tradisce il cuore e lo innalza costantemente al cielo della καλοκαγαθίᾱ. Proprio perché legato alla terra e teso alla lontananza della sapienza, l’amore di Nocera è dunque una fiamma che non brucia e non distrugge, bensì sempre rigenera a nuova vita: la vita dell’arte, tramite fra il nostro mondo mutevole e il cielo eterno. Le Muse di Nocera e le loro farfalle ci regalano le ali con cui accedere a quel cielo.